Antico legume del bacino del lago Trasimeno, fagiolo di piccole dimensioni e forma ovale che può essere di vari colori: dal crema al nero passando per il salmone e per tutte le tonalità del marrone, anche screziato. Si è diffuso grazie agli Etruschi. Attorno agli anni ’50, quando l’area del lago subisce un importante spopolamento delle campagne, questa antica coltivazione è andata progressivamente scomparendo. Oggi la Fagiolina è un prodotto unico, che ha caratteristiche genetiche specifiche e particolari, al punto che nel 2000 è stata riconosciuta e inserita tra i Presidi Slow Food. Grazie al lavoro di alcuni giovani agricoltori e alla collaborazione con l’università di Agraria di Perugia si è scongiurato il rischio di estinzione.
Le tecniche colturali sono quasi esclusivamente manuali, dalla semina alla raccolta fino alla battitura. La maturazione è scalare: i fagioli devono essere raccolti da luglio a settembre. Si sistemano sull’aia per completare l’essiccazione; successivamente si sgranano a mano o si battono con forche e bastoni ultimando il lavoro con i vagli.
Dal punto di vista salutistico nutrizionale, presenta qualità straordinarie. Analisi di laboratorio evidenziano che il contenuto di proteine e di fibra alimentare è straordinariamente più alto rispetto agli altri fagioli presi a confronto. Anche il contenuto di zinco, selenio e di vitamina B3 sono molto interessanti rendendo la Fagiolina un prezioso alleato non solo del palato, ma anche della salute.
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